vasoLa prima breve notizia di antichi monumenti sul Talamonaccio ci viene dal famoso archeologo Francois, che nel 1850 riconobbe sul colle "Mura etrusche", e più in basso,verso Bengodi, una necropoli sicuramente romana. Sappiamo che nel 1877 il Regio Museo di Firenze acquistò una notevole raccolta di antichità etrusche (bronzi IV-III sec. a.C.) frutto di scavi del marchese Carlo Strozzi e di Francesco Vivarelli proprietario del fondo,così come pure una parte di questi reperti fu donata al Museo di Fiesole.
Provenienti da "doni funebri" di tombe in parte "casse di tufo molto superficiali", in parte da tombe "a pozzo molto profonde" ed un'ultima parte ,detta in seguito "Ripostiglio Strozzi" proveniente da un "ripostiglio presso la torre di Talamone", costituita da 88 oggetti in bronzo, in prevalenza armi. La particolarità di quest'ultima raccolta sta nel fatto che non proviene da una necropoli, ma da un ripostiglio vicino al tempio, segno forse che si trattava di materiale votivo, come pure ci ricorda il bellissimo aratro in miniatura: dono propiziatorio o di ringraziamento per un buon raccolto. Ma è nel 1887, quando ,con l'unità d'Italia cominciano i lavori del Genio Militare per fortificare il colle, che avvengono altre importanti scoperte: sul lato che guarda Fonteblanda viene trovata una serie di tombe, quasi tutte profanate, mentre poco sopra l'attuale torre, viene rinvenuto un importante ripostiglio detto "del Genio" che annovera una cinquantina di attrezzi agricoli ed armi da guerra in miniature bronzee.brocca
Certamente quello che è più importante è che durante i lavori di sterro sulla sommità vennero alla luce resti di pavimenti in mosaico, un'antica opera muraria, acquedotti e cisterne, nonché numerosi mattoni ed elementi architettonici etruschi in terracotta: Telamon, la città etrusca che aveva dato origine a tante ricerche e a tante controversie, era stata ritrovata! La scoperta più emozionante fu il ritrovamento di numerosi frammenti figurati in terracotta di un Frontone, con guerrieri e cavalli nei pressi e nell'interno di una cisterna accanto al Tempio. Soltanto un secolo dopo il Professor Von Vacano riuscì a ricomporre la vera disposizione di quelle fini miniature: la rappresentazione del mito dei "Sette a Tebe" e presentandoci la ricostruzione di come, il Tempio, si presentasse maestoso sulla cima del colle per le navi e i viandanti che provenivano da sud.orecchino
Nel complesso, valutando i resti murari, i doni funebri e gli altri reperti, si può dire che il colle di Talamonaccio venne abitato da un ceto colto, che viveva con un certo agio. Parlavano etrusco, sapevano leggere, conoscevano i miti greci nelle varie versioni, e davano valore alle suppellettili preziose e notevoli dal punto di vista artistico sia nel gineceo che nei banchetti e durante le cerimonie religiose. Dell'atteggiamento guerresco parlano gli elmi trovati anche nei corredi funerari. I defunti venivano bruciati, deposti in vasi cinerari e sepolti in tombe a pozzetto oppure inumati in casse di tufo senza essere bruciati. Erano dotati di ricchi corredi, sia le donne che gli uomini, e onori religiosi. Questi uomini furono coloro che costruirono sul colle il bellissimo Tempio, che ci hanno consegnato stupendi ricordi, che hanno dato origine alla nostra Gente.

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